CIPOLLINE BORETTANE VERAMENTE IN AGRODOLCE, NON COME QUELLE CARAMELLATE CHE FACEVA MIA MAMMA
Ma non è un dispetto, giuro.
Le cipolline in agrodolce, che poi erano più caramellate, che in agrodolce, le faceva mia mamma nella vecchia padella di ferro bozzoluta, la stessa in cui faceva gli spinaci al burro – anche le cipolline erano cotte nel burro e nello zucchero e in un pochino di brodo, fino a quando non rimpicciolivano e si ricoprivano di una salsina bruna dolce e salata allo stesso tempo. A me piacevano quelle più piccole, dove il rapporto cipolla:salina era sbilanciato a favore della salsina, anche se poi le cipolle mi piacciono così tanto che uno dei miei comfort food è la cipolla bollita, senza niente.
Le cipolline in agrodolce sono state forse la prima ricetta che mi sono fatta dettare al telefono da mia madre (questa non lo so se è una storia vera, ma potrebbe esserlo; non so se è vera ma è plausibile, anche per me che l'ho vissuta e non me la ricordo davvero) quando ho scoperto di abitare vicino a Boretto, da cui provengono le succitate cipolline. Ci chiamavamo ancora dal telefono fisso (il numero di telefono di Pallanza è l'unico che ricordo a memoria, oltre al mio numero di cellulare). Quando vivevo lì per un po' abbiamo smesso di parlare, io le avevo chiesto una cosa, lei mi aveva detto di no, e quando era in ospedale a Vercelli una volta mi ha detto che era felice di avermi detto di no, che era ancora convinta di avere fatto la cosa giusta. Non ero e non sono d'accordo.
Stanotte ho sognato mia madre, aveva tra le mani il mio vecchio maglione di cotone nero con lo scollo ampio che mi piaceva tanto. Lo avevamo comprato insieme – quel maglione e un altro, molto simile ma blu e con lo scollo a V, che però non ha mai retto il confronto. Pensavo lo avessi buttato via, le dicevo, e glielo prendevo dalle mani. Anche se eravamo vicine e abbiamo interagito in questo modo le ho visto solo la nuca. Al risveglio mi ricordavo di avere sognato, non ricordavo cosa; mi è tornato in mente mentre passavo in rassegna i maglioni neri in un negozio di vestiti usati.
Non ero e non sono d'accordo anche se non gliel'ho detto, ma non c'è stato bisogno di dirglielo, secondo me l'ha capito perché mi sono venuti gli occhi rossi che pizzicavano come tutte le volte che sto per mettermi a piangere ma mi trattengo perché non voglio dare all'altra persona la soddisfazione di avermi fatta piangere, ma poco importa, le cose vanno come devono andare e alla fine, anche se ci ho impiegato più tempo di quanto avrei voluto, sono riuscita a cavarmela da sola. Nelle ultime settimane ho preparato le cipolline due volte, e ho cambiato un po' la ricetta, ho tolto il burro, ho aggiunto l'aceto, ma non è un dispetto, giuro.
CIPOLLINE BORETTANE VERAMENTE IN AGRODOLCE, NON COME QUELLE CARAMELLATE CHE FACEVA MIA MAMMA
Cipolline già pulite perché la vita è troppo breve per piangere sbucciando cipolle;
Olio EVO;
Zucchero di canna;
Aceto balsamico;
Brodo di dado, grande protagonista di molte mie ricettine.
Scalda l'olio in un tegame (hai avuto la tentazione di usare quello giallo ma poi hai desistito perché non avevi voglia di lavarlo a mano) e poi mettici lo zucchero anche se le altre ricette dicono di mettere prima le cipolline, che nel frattempo avrai lavato e asciugato. Fallo sciogliere bene e poi mettici dentro le cipolline, rigirandole per cospargerle di questo principio di salsina. Aggiungi un po' di brodo, ma poco, se no le cipolline le fai bollire, e copri il tegame con un coperchio. Ogni tanto controlla che non si stiano attaccando e, se ce n'è bisogno, aggiungi un poco di brodo. Più o meno a metà cottura aggiungi anche l'aceto balsamico, e poi aspetta che 1) le cipolline siano cotte e 2) siano ricoperte dalla salsina bruna dolce e salata allo stesso tempo.
Ripensa al sogno di stanotte, cerca di interpretarlo, chiediti cosa potrebbe voler dire, senza riuscire a trovare una risposta; ricorda la sensazione di sollievo alla vista di quello che era il tuo maglione di cotone preferito, il desiderio di restare nel sogno per non doverlo perdere di nuovo; appuntalo sul nuovo quaderno a fiori, che hai cominciato ieri, per provare a scrivere le cose che qui non riesci a scrivere; si è fatta già ora di cena.